Deontologia professionale dei Dottori Commercialisti con l’avvento della “IA”
Dott. Alessio Pistone | 10/12/2025
La deontologia professionale dei Dottori Commercialisti rappresenta uno dei pilastri fondamentali per garantire qualità, affidabilità e tutela dell’interesse pubblico nello svolgimento dell’attività professionale. Il codice deontologico non é soltanto un insieme di prescrizioni, ma costituisce un riferimento etico che orienta il comportamento del professionista in ogni fase del rapporto con clienti, colleghi, istituzioni e con la collettività. I principi di competenza, indipendenza, responsabilità, trasparenza e riservatezza delineano un modello di esercizio della professione fondato sull’integrità e sulla consapevole assunzione delle conseguenze delle proprie valutazioni tecniche e giuridiche.
Con l’introduzione di nuove tecnologie e, in particolare, dei sistemi di intelligenza artificiale, il quadro deontologico ha richiesto un aggiornamento per preservare il carattere intellettuale della prestazione professionale e garantire che l’innovazione si integri nel rispetto dei valori fondativi della categoria. La recente revisione del Codice Deontologico dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, diffusa dal Consiglio Nazionale il 4 dicembre, rappresenta un passaggio significativo nel percorso di modernizzazione della disciplina professionale. L’intervento si rendeva necessario alla luce della crescente digitalizzazione delle attività amministrative e contabili, e dell’uso sempre più esteso di strumenti basati su intelligenza artificiale, ormai entrati a supporto dei processi lavorativi degli studi professionali.
La riforma nasce dalla volontà di assicurare che la prestazione del commercialista resti un’opera intellettuale fondata su competenza tecnica, interpretazione giuridica e responsabilità personale. L’IA, pur rappresentando un’opportunità di efficienza operativa, non può sostituire il giudizio critico del professionista né attenuare gli obblighi di autonomia, indipendenza e attenzione agli interessi del cliente. Contestualmente, l’aggiornamento del Codice delle Sanzioni rafforza la coerenza complessiva del sistema deontologico, prevedendo rimedi disciplinari adeguati e calibrati rispetto ai nuovi obblighi introdotti. L’obiettivo complessivo della riforma é quello di favorire una transizione tecnologica consapevole, sicura e rispettosa del rapporto fiduciario con il cliente, fondamento imprescindibile dell’attività professionale.
Articolo 8 – Ruolo dell’intelligenza artificiale come supporto e non come sostituzione
La riscrittura dell’articolo 8 chiarisce con decisione che l’intelligenza artificiale deve essere impiegata esclusivamente come strumento di supporto all’attività del commercialista. L’IA può assistere nelle operazioni ripetitive, nell’organizzazione dei dati o nelle elaborazioni preliminari, ma non può assumere funzioni che richiedono interpretazione, valutazione giuridica, analisi economica o giudizio tecnico. La prestazione professionale deve risultare prevalentemente dall’attività intellettuale del commercialista, custodendo così l’essenza della consulenza: autonomia, indipendenza e capacità di valutare i fatti alla luce delle norme. La norma intende evitare che strumenti automatizzati possano essere utilizzati come “sostituti” del ragionamento professionale, prevenendo derive che ridurrebbero la qualità e l’affidabilità del servizio offerto.
Articolo 9 – Responsabilità, controllo e conoscenza dei sistemi utilizzati
Il nuovo articolo 9 sottolinea che l’uso dell’intelligenza artificiale non attenua in alcun modo la responsabilità del professionista. Ogni risultato prodotto con l’ausilio della tecnologia resta sotto il controllo pieno del commercialista, che deve verificare: la attendibilità delle fonti e dei dati utilizzati; la conformità dei sistemi ai requisiti di sicurezza e alle norme sulla protezione dei dati personali; la reale comprensione del funzionamento degli strumenti impiegati, da parte propria e dei collaboratori. Queste previsioni rafforzano la consapevolezza che l’IA può essere uno strumento potente ma, se utilizzato senza competenza, può introdurre errori significativi o rischi di natura privacy e sicurezza. Per questo, la norma stabilisce che nessun utilizzo dell’AI può costituire esimente rispetto agli obblighi deontologici o alle norme di legge.
Articolo 10 – Trasparenza verso il cliente e mantenimento della fiducia
L’articolo 10 introduce un obbligo di trasparenza che si colloca al centro del rapporto fiduciario tra commercialista e cliente. Quando il professionista utilizza sistemi di intelligenza artificiale nell’erogazione della prestazione, deve comunicarlo in modo chiaro, semplice e comprensibile. Tale informazione deve essere riportata anche nella documentazione prodotta, così da rendere il cliente pienamente consapevole delle tecnologie impiegate. Questa scelta normativa punta a prevenire ogni opacità e a rafforzare la fiducia del cliente, garantendo che l’uso dell’AI non venga percepito come una sostituzione del contributo umano, ma come un mezzo per migliorare efficienza e tempestività, sempre sotto la guida e il controllo del professionista.
Conclusioni:
Le modifiche introdotte agli articoli 8, 9 e 10 rappresentano un equilibrio maturo tra innovazione tecnologica e tutela dell’essenza intellettuale della professione. Il nuovo quadro deontologico:
- Conserva il ruolo centrale della competenza umana;
- Pone la competenza umana sovrastante nell’uso consapevole dell’IA;
- Promuove trasparenza e fiducia;
- Rafforza la sicurezza dei dati, elemento troppo spesso sottovalutato;
- Ribadisce la piena responsabilità del commercialista.
Si tratta di una riforma che non guida il progresso garantendo che la tecnologia rimanga uno strumento e non un sostituto del professionista.